
La protesta degli attivisti
Il mare di Napoli non è per tutti: e ciò che denunciano gli attivisti della Campagna per il Mare Libero Gratuito e Pulito, l’ennesimo sopruso ai danni degli abitanti della città, in particolare delle fasce più deboli che non possono permettersi di pagare somme sempre più esose per poter usufruire di un bene comune come il mare.
Ieri, 3 giugno, gli attivisti si sono recati muniti di megafono e di striscioni presso la spiaggetta libera sotto il Palazzo Donn’Anna a Posilippo, per rivendicare il diritto di accesso libero alle spiagge di Napoli. Diversamente dalla spiaggia libera delle Monache, adiacente al bagno Sirena, dove i manifestanti non avuto alcun problema nell’accesso, per la spiaggia libera sotto il Palazo Donn’Anna ci sono state difficoltà in quanto, il cancello gestito dal concessionario del Bagno Elena, unico punto di accesso alla spiaggia libera, era chiuso con catena. Forzato il cancello e raggiunta finalmente la spiaggia libera, fino ad allora deserta, gli attivisti si sono tuffati in mare e hanno iniziato a raccogliere rifiuti, riempendo ben oltre 5 sacchi. Dopo poco tempo però sono sopraggiunte le forze dell’ordine, hanno identificato alcuni attivisti – bagnanti, tra lo sconcerto e l’ilarità dei bagnanti ospiti dei lidi adiacenti.







La Convenzione che sancisce il numero chiuso sulle spiagge
Gli attivisti hanno appreso al momento dagli agenti di polizia, che proprio ore prima era stata sottoscritta dal Comune di Napoli la nuova convenzione con i gestori dei lidi in concessione, ai quali dà delega per il controllo delle presenze, e con l’Autorità Portuale la quale sancisce il numero chiuso sulle poche spiagge libere di Posillipo: 50 persone per la arenile adiacente Palazzo Donn’Anna, con accesso per metà dal Bagno Elena e per metà dal lido Ideal, e 450 sulla spiaggia delle Monache, con ingresso passando davanti al Bagno Sirena.
Redazione






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