Si tratta di uno dei più importanti processi per traffico illecito di cuccioli seguito dalla LAV, sia per il numero di persone coinvolte, sia per i reati contestati che per l’imponente giro d’affari illecito riconducibile agli imputati che mette in luce come in questi ultimi anni il traffico dei cuccioli sia diventato un fenomeno criminale sempre più organizzato e ramificato

Si è concluso presso il Tribunale di Napoli Nord uno dei più importanti processi per traffico di cuccioli dopo l’entrata in vigore della Legge 201/2010, fortemente voluta e ottenuta da LAV, che ha introdotto il reato di traffico illecito di animali da compagnia.

Il processo, che ha visto la partecipazione di molte associazioni a tutela degli animali tra cui la Lav Lega Antivivisezione Onlus (rappresentata e difesa dall’Avvocato Argia Di Donato del Foro di Napoli), si è concluso con la condanna di tre persone e una società amministrata dagli imputati per diverse fattispecie di reato, tra cui l’introduzione illecita di un numero elevato di animali d’affezione, peraltro in tenera età, maltrattamento nei loro confronti, oltre che evasione dell’IVA e dell’imposta sul reddito delle società per cifre impressionanti.

Per tutti è intervenuta la condanna della reclusione oltre alla refusione delle spese processuali e del risarcimento nei confronti delle associazioni costituitesi.

Tra i condannati già noti, un commerciante campano condannato a 5 mesi di reclusione e al pagamento di 3.500 euro in precedente giudizio, per l’introduzione di 272 cuccioli dall’Ungheria (anche in questo caso LAV era parte civile), condanna confermata in Appello e dinanzi alla Corte di Cassazione all’udienza del 14 maggio 2019.

Questo processo è l’ennesima conferma“, ha spiegato Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav “di come la tratta dei cuccioli rappresenti un giro d’affari tutt’altro che trascurabile e susciti sempre di più gli appetiti di gruppi organizzati. L’azione di contrasto deve orientarsi verso l’adozione di metodologie investigative tipiche di quelle usate per contrastare la criminalità organizzata e i reati economici e finanziari, perché si tratta di uno dei business zoomafiosi più redditizi che coinvolge migliaia di animali ogni anno e che vede attive anche vere e proprie organizzazioni transazionali”.

Redazione

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