Nella giornata di oggi, giovedì 18 aprile, nella sala dell’UIF del Tribunale di Napoli, si è tenuta la Tavola rotonda organizzata dalla Camera degli Avvocati Penalisti Sebastiano Fusco sul tema del carcere. L’incontro era finalizzato non solo a denunciare le criticità che ormai affliggono in maniera sistemica i nostri istituti di pena ma anche a individuare specifiche proposte di riforma. In una sala gremita di avvocati il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha denunciato una situazione carceraria non più sostenibile che, ormai da troppo tempo, offende i principi di civiltà giuridica a fondamento del nostro sistema penale.

Carenza di strutture esterne, mancanza di personale competente, strutture penitenziarie fatiscenti e obsolete sono solo alcuni dei problemi che affliggono le carceri italiane.

Problemi che vanificano ogni tentativo di rieducazione e di recupero del detenuto, condannandolo inevitabilmente alla perenne emarginazione. Il numero spropositato di suicidi di detenuti, per lo più giovani e senza fissa dimora, offende la nostra coscienza collettiva. E tutto questo accade nella totale indifferenza della società civile e della politica che annuncia promesse non mantenute e provvedimenti mai pervenuti.

Gli avvocati Guido De Maio, Carmine Ippolito, Vincenzo Dostuni, Fabbrizio Savella e Raffaele Esposito hanno evidenziato lo stretto collegamento sussistente tra il malfunzionamento del carcere e quello del Tribunale di Sorveglianza, non più capace di far fronte all’enorme mole di lavoro. A fronte di criticità che riguardano non solo i detenuti ma l’intera comunità, i penalisti hanno avanzato alcune proposte efficaci almeno a tamponare il dilagare dei problemi. Applicare quelle misure sostitutive previste dalla riforma Cartabia e ancora poco utilizzate dai giudici, affrettare la creazione dei centri di mediazione per la giustizia riparativa, rafforzare il ruolo degli avvocati, al momento unici portavoce dei problemi dei detenuti, nella risoluzione dei problemi che attanagliano la giustizia.

Il confronto si è concluso con l’impegno a redigere un documento che denunci queste criticità e avanzi proposte di riforma e inoltre a organizzare incontri periodici, con l’intervento di tutti i soggetti interessati, siano essi politici, magistrati, agenti di polizia penitenziaria, avvocati, allo scopo di tenere sempre alta l’attenzione su di un problema che non riguarda soltanto i ristretti. 

Gaetano Esposito

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