di Flavio Capuozzo

Se un avvocato, insomma un mio collega, scrive un libro, lo leggo, come minimo per solidarietà. Se però è un noir/fantasy, come La catena di Partenope di Bruno Pezone è doveroso farlo (chi più di un avvocato, del resto, negli anni non si è imbattuto in fatti strani, talora ai limiti del misterioso?). Ed allora, non di rado, quando ci dedichiamo alla lettura di un libro e prima ancora di sfogliarne l’introduzione, ci è capitato di porci talune domande…

Bruno Pezone

Ma sarà un libro dalla trama interessante? Saprà trascinarmi con entusiasmo dal primo all’ultimo rigo? Saprà darci una conclusione degna del titolo?

Ebbene, leggendo “La Catena di Partenope[1] ho avuto tutte risposte positive a tali interrogativi. Durante la lettura mi sono sentito trasportato in un mondo fantastico e parallelamente reale, che ho visto materializzarsi dinanzi ai miei occhi… D’improvviso, mi è apparsa una sorta di Napoli noir… straripante di luci e colori ma tenebrosa al tempo stesso, nella quale si intrecciano personaggi anonimi, semplici e complessi, ma anche “diabolici e spaventosi”; e tutto ciò in uno spazio temporale che va dipanandosi dai fasti e dalle leggende dell’Antica Grecia sino ai nostri giorni. Più le pagine fluiscono… e più la trama scorre lineare e parallelamente intrecciata, tra leggenda e realtà, tra mere credenze ed utopie, tra risate e paura, nella rappresentazione della eterna lotta del Bene e del Male. E quale città più perfetta? Quale miglior palcoscenico se non Napoli? Non voglio anticipare nulla del romanzo, suggerisco a tutti la lettura del libro dell’amico Bruno che vi trasporterà in un mondo fantastico ma reale al tempo stesso… del resto lui – ripeto – è un avvocato!

Ed una volta giunti all’ultima pagina, credetemi, resterà in ognuno quella speranza di attesa per un seguito o -come spesso accade- per una trasposizione cinematografica che il romanzo, ne sono convinto, meriterebbe!!

Flavio Capuozzo


[1] Edizioni Solfanelli – Collana Tabula fati

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