
(fonte immagine https://www.cortecostituzionale.it/)

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Promossi 5 quesiti su i 6, proposti dal Referendum Giustizia 2021 presentato da Lega e Radicali e vagliati dalla Corte Costituzionale: sì alle funzioni da riconoscere ai consigli giudiziari nella loro composizione completa (in parte composti da magistrati e in parte composti da avvocati e professori universitari in materie giuridiche).
Sì anche al quesito relativo alla presentazione delle firme per l’elezione dei membri togati del Csm (art. 25 comma 3 L. 195/1958): ciò favorirebbe lo scardinamento del sistema delle c.d. “correnti” nella magistratura.
Ammesso anche il quesito realtivo alla separazione delle carriere per i magistrati e quello relativo alla sospensione, incandidabilità e ineleggibilità di politici condannati con l’abrogazione della Legge Severino (D.lgs. n. 235/2012).
Approvato anche il quesito che introduce limiti alla custodia cautelare in carcere, e mira all’abrogazione dell’art. 274 comma 1 lett. c) del codice di procedura penale con riferimento alla parte in cui consente di sottoporre al regime della detenzione una persona sotto processo (se vi è il rischio che possa commettere un reato della stessa specie di quello per cui si procede). L’obiettivo è proprio quella di evitare che la carcerazione preventiva possa colpire persone che poi risultino innocenti.
Conisderato inammissibile invece, il quesito relativo la responsabilità diretta dei magistrati, considerato dal Presidente della Corte, “innovativo”, in quanto andrebbe ad introdurre una regola che prima non c’era anzichè abrogare una norma già esistente.
Per i magistrati, quindi, resta la responsabilità indiretta.
Redazione