ROMA. Il 01 giugno 2018 nasceva quella che, durante tutta l’ultima campagna elettorale, è stata presentata dalle attuali forze al Governo come un’idea rivoluzionaria, la panacea di tutti i mali delle persone con disabilità, l’inizio di una vera inclusione ed integrazione di quelli che i… buonisti ad oltranza chiamano “quelli meno fortunati”, nel mondo dei cosiddetti “normodotati” italiani: un Ministero delle Disabilità.
Immediatamente, l’idea, la proposta e poi la sua concretizzazione, spaccava il mondo delle disabilità e divideva le associazioni di categoria. I più, infatti, affermavano: “è veramente utile un Ministero ad Hoc”? “Perché il titolare non è una persona con disabilità?” Ed ancora, altri aggiungevano addirittura: “ci vogliono ghettizzare!”
Certo, per la verità, lo scrivente proprio non è mai riuscito a condividere soprattutto quest’ultima affermazione e, inoltre, alla prima delle domande ha sempre ribattuto che, in uno Stato dove la cultura del “diverso” è ancora molto mediocre, dove la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è solo stata ratificata, dove lo stesso Stato fatica non poco a far osservare seriamente le sue stesse norme sull’argomento, dove handicap si confonde ancora con disabilità e con menomazione ledendo quel Diritto al benessere dei disabili ignorato anche dalla Carta Costituzionale, sì, un Ministero ad hoc serviva assolutamente e ciò, magari, per cercare di arrivare dove neanche le associazioni di categoria sembrano riuscire più ad arrivare.
Anche la questione assenza di una persona con disabilità all’interno dell’Esecutivo, veniva poi ovviata con la nomina a Vice Ministro alla Famiglia e alla Disabilità, del disabile visivo Vincenzo Zoccano, in ossequio al motto “nulla per noi senza di noi”. I primi giorni poi sono passati, poi anche le prime settimane, poi anche i primi mesi.
Ogni giorno le persone con disabilità in Italia si addormentano sperando qualcosa di concreto per loro dal Governo Conte in generale e dal Ministro Fontana in particolare: progressione lavorativa, collocamento al lavoro, incremento degli insegnanti di sostegno, seria assistenza post scolastica, esperti di linguaggio LIS nelle aule giudiziarie, trascrizione degli atti processuali in Braille per imputati, indagati e convenuti con disabilità visiva, seria accessibilità dei luoghi pubblici o aperti al pubblico, accessibilità informatica totale di tutti i siti della Pubblica Amministrazione, istituzione di un codice delle disabilità, ecc; ma… Nulla.
Anche questa giornata volge al termine ed anche oggi siamo costretti a dire: “forse domani…”; ma domani è un altro giorno.
a cura di Gianluca Fava