Codice Rosso: segnalazioni in aumento ma poca efficacia?


Milano. Dell’altro ieri notte, l’ultimo femminicidio avvenuto: la vittima, Adriana Signorelli, è stata trovata morta nella propria abitazione a Milano la notte tra sabato e domenica scorsi accoltellata brutalmente. Per l’omicidio è stato fermato il marito, già denunciato dalla donna per una precedente aggressione. Attivato il Codice Rosso, la Polizia aveva consigliato alla donna di allontanarsi dalla casa coniugale, cosa che non è riuscita a fare. L’aggressione letale è arrivata subito dopo. Dal 2012 il marito si era reso responsabile di numerosi episodi di maltrattamento ai danni della moglie che, tuttavia, non si era mai separata da lui.

Il caso della Signorelli è emblematico: le misure previste dalla la Legge a tutela delle vittime di violenza domestica, conosciuta come Codice Rosso, non sono riuscite a salvare la vita della donna, vittima di precedenti aggressioni già segnalate e denunciate. L’allarme arriva dal Procuratore di Milano, Francesco Greco, che afferma che dall’introduzione del Codice Rosso, la media dei casi di violenze al giorno è raddoppiata da 15 a 30 casi: “Nessuno vuole contestare il codice rosso – ha ribadito – dico che sta diventando un problema a livello pratico, il problema è come gestirlo” confidando nell’utilità dello stesso come strumento ma sottolineandone la problematicità per la gestione logistica e operativa.

Di fondamentale importanza è il lavoro sulle donne e sul contesto familiare che dev’essere maggiorato; è necessario che i casi di maltrattamento e di violenza emergano prima che sia troppo tardi. Il Codice rosso rischia di ingolfare il sistema: mettendo allarme per una categoria ampia di reati da un lato si incorre nel rischio di non dare alcuna priorità, dall’altro si restringe l’autonomia delle Procure.

a cura di Oscar


   

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