
Qualche giorno fa una cara amica avvocato mi ha segnalato un gruppo su facebook “avvochic &choc, ovvero la moda nei tribunali”, descrivendolo come divertentissimo. Saltato sul social, mi sono attivato per cercarlo ed eccolo qui. Circa 23.200 iscritti, contenuti esilarante per insolite passerelle: i Tribunali di tutta Italia.
Ci ho messo poco per scoprire il fondatore, a mio avviso geniale, e prontamente l’ho contattato per chiedergli di rilasciarmi un’intervista.
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Buongiorno avvocato, come Le è venuta l’idea?
Grazie a una musa ispiratrice. Un giorno mi trovavo nel Palazzo di Giustizia di Napoli e stavo raggiungendo l’aula della VII Sezione Penale, Collegio C. Incrociai una collega. Non era la prima volta che la vedevo, mi aveva colpito soprattutto per il suo guardaroba, elegante e sterminato. Tornato a casa, fondai questo gruppo: era il 18 giugno del 2015, il Big Bang che ha cambiato la mia vita e le abitudini quotidiane degli avvocati italiani.
La collega sa di essere la musa ispiratrice di avvochic & choc?
Lo escludo, tra l’altro non la conosco personalmente. Comunque è iscritta al gruppo.
A proposito: perché il gruppo lo ha chiamato “avvochic & choc”?
A Napoli c’era un negozio di abbigliamento che si chiamava “chic & choc”, ora non c’è più perché i cinesi hanno stravolto il commercio. Ho soltanto adattato quel nome così onomatopeico a una “glamour community alle vongole”. Molti hanno contestato la parola “choc”, sostenendo che bisognerebbe scrivere “shock” ma non è così: choc è francese, come chic, ed è non solo corretta ma più adatta allo scopo del gruppo.
Cosa si fa in questo gruppo ?
E’ un gioco con il quale le persone che frequentano gli uffici giudiziari (per motivi di lavoro o di studio) commentano lo stile (abbigliamento e accessori) delle persone che vedono lì. Come in tutti i giochi c’è un regolamento da rispettare e arbitri che controllano.
Come mai ha avuto tanto successo nel giro di poco tempo?
Me lo sono chiesto anch’io e non ho trovato una risposta, ma ne azzardo una in chiave sociologica: forse c’è voglia di giocare e divertirsi per non pensare costantemente ai problemi quotidiani della professione di avvocato.
Gestire questo gruppo è facile o difficile?
Molto impegnativo, ma non – come si potrebbe pensare – per la selezione delle foto da pubblicare (che è semplice, basta verificare la conformità con il regolamento), bensì per valutare le domande d’iscrizione; ben pochi specificano nel loro profilo lo status di avvocati e ciò ci costringe a perdere molto tempo nelle verifiche.
Progetti per il futuro ?
Registrare il logo, innanzitutto. Organizzare una festa per gli iscritti, per esempio alla Sonrisa. E molto altro ancora.
a cura di Oscar
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Agostino La Rana (Pompei, 1963) è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Napoli con la qualifica di cassazionista. Alterna la professione di avvocato con quella di scrittore, avendo scritto cinque libri: due di finanza, due di diritto (tra cui il diffuso manuale “Diritto penale dei consumatori”, materia nella quale è il maggior esperto europeo), uno d’inchiesta (come coautore) e il famoso legal thriller “L’onorario”, di cui a breve pubblicherà il seguito. Appassionato di cinema forense, argomento sul quale ha scritto un saggio di prossima pubblicazione.