fiNapoli. Nuovo Palazzo di Giustizia (Centro Direzionale). Dal 27 gennaio si è dato inizio allo sciopero della fame proclamato dall’associazione Nuova Avvocatura Democratica (NAD) contro i costi di gestione della Cassa di Previdenza ed Assistenza Forense e del Consiglio Nazionale Forense.
Alla base della protesta vi sono gli esorbitanti ed eccessivi costi di gestione, di indennità e di gettoni di presenza – del tutto arbitrari – unitamente alla effettiva distanza che le istituzioni forensi frappongono fra le proprie determinazioni e le rimostranze di chi subisce le stesse cercando di contrastarle con istanze, inviti, richieste, ricorsi, reclami esposti – azioni queste, risultate vane e prive di risposte.
A presidiare l’ingresso del Nuovo palazzo di Giustizia (Lato Porzio) da tre giorni vi sono gli avvocati di NAD, Salvatore Lucignano, Giuseppe Scarpa e Ciro Sasso, appartenenti al Foro di Napoli, che intendono sensibilizzare cittadini e colleghi sul problema, praticando – con gravi implicazioni anche allo stato di salute – il digiuno sino all’estremo.

“La protesta va oltranza – afferma l’avv. Giuseppe Scarpa –fino a quando non ci saranno fornite riposte serie. Vogliamo che il Consiglio dell’Ordine di Napoli si opponga con forza allo stato attuale, visto che alla delibera resa lo scorso 8 marzo 2016 di opposizione ai gettoni del CNF, non è seguita alcuna azione concreta. Chiediamo che sia convocata un’assemblea straordinaria di tutti gli iscritti all’Ordine degli Avvocati di Napoli per instaurare un confronto con i delegati nazionali sia di Cassa Forense che del Cnf. Non è accettabile che, rispetto alla situazione generale di impoverimento dell’avvocatura nazionale, i nostri rappresentanti si “auto-assegnino” lauti “stipendi”. La politica forense – aggiunge – non è un mestiere bensì un onore ed un servizio per la classe.”
Il momento storico che sta vivendo l’avvocatura a livello non solo locale ma anche nazionale, impone senza dubbio una riflessione attenta e matura che deve determinare un confronto reale ed effettivo tra le rappresentanze politiche ed istituzionali e la “base” dell’avvocatura. Questa distanza deve assolutamente essere ricontenuta. Per gli avvocati di Nuova Avvocatura Democratica, l’iniziativa appartiene a tutti i colleghi, indipendentemente da sigle o nomi: l’opera di sensibilizzazione è di fondamentale importanza. Sono troppi gli avvocati che in tutta Italia sono stati – e sono a tutt’oggi – costretti a cancellarsi dagli Ordini territoriali di appartenenza, impossibilitati a mettersi in “regola” con gli oneri contributivi.
a cura di Oscar