Sabato 6 e domenica 7 maggio, presso il Teatro Bolivar di Materdei, (Via Bartolomeo Caracciolo, 30, Napoli) si è tenuta, con il patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, dell’Ente Biblioteca di Castel Capuano “Alfredo De Marsico” e dell’Associazione Forense Magna Carta, la rappresentazione a firma di Umberto Truglio, “Chello ch’è scritto ‘nciel, ‘nterr mancà nun po’”, esilarante commedia degli equivoci dal testo denso e ricco di spunti di riflessioni sulle problematiche afferenti la contemporaneità.
Un modo bello per commemorare il collega Rosario Pagano, scomparso il 26 giugno 2016, ma anche un’opportunità per riflettere con ironia sulla quotidianità in modo delicato ma profondo, in perfetta continuità con la grande tradizione della commedia dell’arte napoletana.
Gli attori, quindici avvocati, pure essendo dilettanti, hanno saputo interpretare in modo mirabile i vari personaggi: da Agata (Giovanni Forte), chiromante e sensitiva variopinta che vaticina per mezzo del pappagallo Garibaldi, a Don Ferdinando (Antonio Calvi), vecchio burbero dotato della capacità di lanciare iatture, da Nicolino (Fabio Ciappa) il politico “tutto fare” a Concettina (Maria Ferraiolo) la cameriera che “finge di non sentire”. Gli Avvocattori (davvero tutti e nessuno escluso!) hanno saputo – cosa non facile per la sacra arte del teatro – mantenere alta l’attenzione della platea dalla prima all’ultima battuta, dando ritmo e fluidità ai tempi scenici.
Il pubblico ha partecipato con entusiasmo ai capovolgimenti di scena, ai lazzi, ai “botta e risposta”, divertendosi e applaudendo con sincero entusiasmo.
Riuscite anche le scenografie e i costumi che hanno reso un’atmosfera tra il surreale e l’onirico, piuttosto convincente.

Un encomio particolare da parte dello scrivente, va all’autore e regista di quest’opera, l’avvocato Umberto Truglio per aver tradotto, con ironia, in personaggi così ben riusciti, le persone nelle quali si imbatte nella vita reale, e per esser stato abile a mettere assieme le debolezze, le paure e le fragilità della vicenda umana senza appesantire l’auditorio.
Il ricavato delle due serate è stato interamente devoluto all’associazione “Teniamoci per mano Onlus”.
a cura di Oscar
