4 chiacchiere con l’avvocato Agostino La Rana che ci racconta del suo ultimo libro “Il cinema Forense”


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Oscar Vinci nasce a Napoli nel 1970, dottore in giurisprudenza e in scienze politiche presso l’università degli Studi di Napoli, Federico II. Provocatore e reazionario

Mi è sempre piaciuto il cinema, se poi parla di diritti e di avvocati mi incuriosisce ancora di più. Così, spulciando tra le varie news, mi sono imbattuto nell’avvocato Agostino La Rana, personalità eccentrica dal cervello continuamente in movimento. E ho scoperto che ha pubblicato l’ennesimo libro, il settimo per la precisione che parla – guarda un po’ – proprio di cinema.

Agostino parlaci del tuo settimo libro “Il cinema forense”. Ti chiedo innanzitutto: perché in formato digitale e non stampato?

È una scelta suggeritami dal mio vecchio amico Carlo Silvano, che è anche il mio agente/consulente editoriale. Prima di tutto perché è più facile la vendita all’estero e infatti uno dei primi acquirenti è stato un avvocato spagnolo. In secondo luogo, è più facile da aggiornare rispetto a un’edizione cartacea.

In che senso?

Questa è la prima guida al cinema forense e il censimento delle opere è stato possibile grazie ai circa 3.500 iscritti al gruppo facebook “L’avvocato nel cinema e nella letteratura”. Naturalmente ogni iscritto ha la possibilità di segnalare un film non censito (tantomeno recensito), com’è avvenuto qualche giorno fa con un film francese. L’edizione digitale consente un aggiornamento continuo, quella cartacea no.

Ma ci sarà anche un formato stampato?

Si e sarà anche gratuito (a differenza del formato digitale, in vendita al prezzo di € 2,50) ma sarà destinato ai soli studenti di giurisprudenza e agli avvocati che parteciperanno al cineforum forense, che partirà la prossima primavera dall’Università Federico II di Napoli e si estenderà anche alle altre università interessate.

Presenterai questo progetto anche alla Regione Campania, che di recente ha emanato una legge sul cinema?

Certamente, infatti le spese tipografiche (cioè la stampa del libro) rientrano tra quelle finanziabili.

Perché il cineforum forense si svolgerà nelle università e non nei tribunali, dove sarebbe più facile la partecipazione di noi avvocati?

Perché i tribunali non sono attrezzati per le proiezioni, che sarebbero comunque a pagamento, a differenza delle aule universitarie, nelle quali la proiezione di un film a scopi didattici è gratuita, come stabilisce la legge sul diritto d’autore.

Ultima domanda: tra tutti i film che hai recensito quale ti è piaciuto di più, senza citare i classici evergreen come “Il buio oltre la siepe”?

Ne cito tre. “La giuria”, perché vidi l’anteprima italiana (al Metropolitan di Napoli) nel mese di febbraio del 2004, periodo decisivo per la mia carriera, simile a quella dell’avvocato interpretato in quel film da Dustin Hoffman. “Shall we dance ?”, perché il tema chiave di quel film (la rottura della routine quotidiana nell’esercizio della nostra professione) ispirò il mio legal thriller “L’onorario”. Infine, “Under suspicion”: una vera scoperta per me, con un finale tra i più belli nella storia del cinema.

 a cura di Oscar

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