Magistratura onoraria: uniti in protesta contro una riforma che lede prima di tutto i diritti della cittadinanza


dRFcUsOiexQnYrx-800x450-noPad.jpgI GIUDICI DI PACE nuovamente in sciopero (dal 9 aprile) sino al 9 maggio: la magistratura onoraria è costretta, nell’indifferenza dell’Istituzioni, a reiterare le astensioni dal lavoro per protestare contro una riforma che non colpisce  solo la categoria ma, privando i cittadini della tutela nei diritti fondamentali, è destinata a portare al collasso la Giustizia. 

Da oltre 15 mesi, la magistratura onoraria è in agitazione contro la riforma Orlando. Molte le iniziative e le azioni di protesta contro una disposizione legislativa che lede i diritti costituzionali non solo dei Giudici di Pace e dei Magistrati onorari, ma che colpisce anche  l’Avvocatura e la cittadinanza. La riforma, così come  è stata concepita, eliminerà il Giudice di prossimità, sostituendolo con un nuovo esercito di precari utilizzato occasionalmente, con un ruolo ancillare, a cui sarà devoluto il 70% del lavoro dei giudici professionali, privandoli, però, delle tutele minime che  la costituzione garantisce a tutti i lavoratori quali la maternità, la malattia, la previdenza ed una dignitosa retribuzione.

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Dott.ssa Rossella Barone, Presidente del Coordinamento del Giudice di Pace – Sez Napoli 

La reazione della Magistratura onoraria è forte: “Alla luce di questi risultati abbiamo deciso di metterci  nuovamente in sciopero – dichiara la Dott.ssa Rossella Barone, Presidente del Coordinamento dei Giudice di Pace – Sez Napoli – per far capire a chi andrà a formare la coalizione di governo che non ci fermeremo nella nostra battaglia. Pretendiamo senso di responsabilità in chi amministrerà questo Stato!“.

Chiediamo – prosegue la Dott.ssa Barone – l’abrogazione della Riforma Orlando sulla magistratura onoraria con contestuale decreto di urgenza per i magistrati cd. in regime transitorio che preveda e garantisca l’autonomia e Indipendenza dell’ufficio del Giudice di Pace, la stabilizzazione dei Giudici di Pace di cui all’art. 1 dell’ordinamento giudiziario, dei Giudici Onorari di Tribunale e i Vice Procuratori Onorari, incaricati di funzioni giudiziarie e requirenti, attribuendo loro l’incarico a tempo indeterminato fino al raggiungimento dell’età pensionabile, garantendo il mantenimento delle specifiche e autonome funzioni giurisdizionali e requirenti svolte al momento della entrata in vigore della Legge delega 57/2016 e comunque del Decreto n°116/2017, ed il trattamento retributivo, previdenziale e assistenziale come spettante ai magistrati di tribunale, con analoghi diritti e doveri.”

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La riforma non ha concesso alcuna proroga per quattro quadrienni, ma solo una conferma per un solo quadriennio, necessaria allo Stato per indire nuovi concorsi per l’accesso alla funzione. Non si rinviene alcuna ulteriore proroga, ma solo la possibilità che la stessa venga concessa. Altro aspetto critico è la posizione previdenziale: lo stipendio oggi percepito verrà corrisposto nella stessa misura di ieri, intendendosi al lordo dei contributi previdenziali che i Magistrati Onorari devono versarsi da sé.

L’attività di un Giudice di Pace non può essere considerata occasionale. L’impegno del Giudice di Pace non può intendersi limitato al momento della udienza pubblica; la sua attività non si esaurisce solo all’interno delle aule di Giustizia, ogni questione giuridica ha la sua complessità, i provvedimenti vanno motivati con riferimento non solo alle norme di legge (ed in Italia vi è una enorme produzione legislativa), ma anche con riferimento ai precedenti giurisprudenziali di legittimità e merito, e tanto implica studio approfondito ed aggiornamento costante. La riforma della magistratura onoraria  prevede un aumento di competenza e un maggiore impegno e, chiaramente, responsabilità. A fronte delle quali, però, vi è la decurtazione delle retribuzioni in misura sostanziale.

a cura di Redazione

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Il Ministro Orlando con parere favorevole dell'ANM ha varato una riforma che lede i diritti costituzionali non solo dei Giudici di Pace e dei Magistrati onorari, ma dell' Avvocatura e soprattutto dei cittadini tutti. Una riforma che, come concepita, eliminerà LA DIGNITA' E L'AUTONOMIA DEL GIUDICE DI PACE E DEI GIUDICI ONORARI, facendola esercitare a non professionisti o comunque a dopolavoristi, un nuovo esercito di precari che dovrebbero fare, occasionalmente e senza una dignitosa retribuzione, il lavoro dei giudici professionali, relegandoli ad un ruolo ancillare e privo delle tutele minime che  la Costituzione garantisce a tutti i lavoratori quali la Maternità, la Malattia, la previdenza ed una dignitosa retribuzione. 

I cittadini devono sapere che il risultato sarà un GIUDICE DEQUALIFICATO E NON AUTONOMO.

LA PROSPETTIVA CHE SI PROFILA È IL COLLASSO DELLA GIUSTIZIA E LA PRIVAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEI CITTADINI.

SENZA CONTARE CHE 5000 PERSONE, CHE HANNO LAVORATO A SERVIZIO DELLO STATO CON CONTRATTI ABUSIVAMENTE REITERATI, PRIVI DI GARANZIE, PRIVI DI DIRITTI “FONDAMENTALI”, COME QUELLI ALLA CONTINUITA” DEL SERVIZIO, ALLA PREVIDENZA, ALLA TUTELA DELLA MATERNITA” E DELLA SALUTE, ALLA PENSIONE, IN FUTURO NON AVRANNO UNO STIPENDIO DIGNITOSO, NE' UNA PENSIONE, NE' AVRANNO PIU' LA POSSIBILITA' DI RICOLLOCARSI NEL MONDO DEL LAVORO.

DENUNCIAMO, inoltre, che lo status giuridico dei giudici di pace e dei giudici onorari di tribunale è in contrasto con quanto statuito dalComitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa (CEDS) in data 16 novembre 2016, dalla Commissione Europea (in relazione al caso EU PILOT 7779/15/EMPL, conclusosi con esito negativo per l’Italia) e dalla Commissione delle Petizioni del Parlamento europeo che, all’esito della riunione del 28.02.2017 (in cui sono state discusse le petizioni sullo statuto dei giudici di pace in Italia), con lettera del 23.03.2017 della Presidente, ha invitato il Ministro della Giustizia a trovare un equo compromesso sulla situazione lavorativa dei Giudici di Pace, per eliminare la «palese disparità di trattamento sul piano giuridico, economico e sociale tra Magistrati togati e onorari». 

Vi è, pertanto, la seria prospettiva che l'EUROPA CONDANNI L'ITALIA, e di conseguenza i CITTADINI ITALIANI, a PAGARE un’ELEVATA SANZIONE PECUNIARIA, proprio per aver REITERAMENTE ABUSATO del LAVORO PRECARIO dei 5000 MAGISTRATI ONORARI.

NOI NON LO VOGLIAMO!  

Noi vogliamo che il MINISTRO ORLANDO il Presidente della Repubblica, IL CSM, i politici che hanno realmente a cuore l’efficienza della giustizia e i diritti dei cittadini, intervengano adesso, immediatamente, riscrivendo questa riforma e contestualmente attuando la soluzione suggerita dal Consiglio di Stato (nel parere reso al Governo n. 854 del 7 aprile 2017) sulla falsariga della scelta che fu fatta con la L. 217/1974, STABILIZZANDO i Giudici di Pace e i Magistrati onorari che svolgono questa attività, consentendogli di svolgere il proprio lavoro a tempo pieno, secondo i principi di autonomia e indipendenza propri dell’ufficio del giudice di pace, e delle funzioni giurisdizionali e requirenti svolte all'interno dei tribunali e procure, con una retribuzione proporzionata e e adeguata al lavoro svolto, con i diritti che spettano a qualsiasi lavoratore, quali previdenza, assistenza, ferie retribuite, retribuzione in caso di collocamento a riposo per il raggiungimento dell'età pensionabile!

Noi crediamo che, come previsto dalla Raccomandazione Europea agli stati membri, l'indipendenza dei Giudici sia elemento connaturale di uno Stato di diritto e sia essenziale per l'imparzialità del Giudice e per il corretto funzionamento del sistema giudiziario, poiché l'indipendenza  della Magistratura tutta ( anche dei Giudici di Pace e dei Magistrati Onorari) garantisce ad ogni persona il diritto ad un equo processo, e quindi non è un privilegio dei magistrati, ma una garanzia di rispetto dei diritti dell’uomo che permette ad ogni persona di avere fiducia nel sistema giudiziario!

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