Le competenze per lo sviluppo delle conoscenze.


facebook_1523726456488.jpgAiutare le imprese a mettere in pratica idee innovative per rispondere alle sfide del mercato ed essere più competitive sul fronte dell’innovazione tecnologica 4.0. I professionisti, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti e tutti quelli che hanno le competenze necessarie, dovranno promuovere la cultura dell’innovazione, generare idee che potranno essere dirompenti sul mercato ma principalmente essere attenti alle nuove tendenze tecnologiche.
L’innovazione è sicuramente il fattore di crescita e sviluppo del nostro tempo. Questa spinta, deve essere governata correttamente per poter trasformare il business corrente e creare nuove opportunità. Il professionista che ha nel suo dna l’approccio rapido e la focalizzazione delle soluzioni che possono offrire ai suoi clienti servizi nuovi per rendere l’innovazione concreta e a impatto reale, deve attivarsi, seguire una mission che si fonde con il core business del cliente stesso, non prestando solo un servizio ma porsi un solo obiettivo, il successo della sua azione.
Deve inoltre essere capace di trovare e attrarre nuovi partner ma anche proporre a centri di ricerca, università, incubatori, startup, aziende specializzate nell’innovazione una partnership e/o quella rete d’imprese che potrebbe rimettere in marcia  il sistema industria. Prevedere quindi l’affiancamento delle imprese nella mappatura del loro livello di innovazione; lo sviluppo di asset distintivi necessari per la generazione continua delle iniziative di innovazione; supporto nella selezione di idee innovative e successivo sviluppo, mettendo a disposizione metodologie e tutto quanto necessario o cercandolo.
La fase, la più delicata adesso è quella della formazione. Dopo  il piano di incentivi per l’acquisto di macchinari e beni digitali che hanno rilanciato gli investimenti, tocca adesso a manager, quadri e operai che potranno formarsi e aggiornarsi  grazie agli incentivi fiscali.
L’ultima legge di bilancio ha introdotto un’agevolazione fiscale per chi si vuole formare sulle tecnologie 4.0. L’incentivo consiste in un credito d’imposta (con un importo massimo annuale del bonus di 300milaeuro) pari al 40%, non del costo del corso o del master che sarà seguito dall’imprenditore e dai suoi dipendenti, ma del «solo costo aziendale del personale dipendente» (retribuzione e contributi a carico del datore), che sarà sostenuto nel periodo in cui lo stesso sarà «occupato in attività di formazione» 4.0.
L’obiettivo formativo è acquisire le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0. E cioè: big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali. Tutte tecnologie applicate negli ambiti – ci sono ben 106 voci – elencati in un allegato alla manovra che sono divisi in tre categorie: «vendita e marketing», «informatica» e «tecniche e tecnologie di produzione». Le attività di formazione dovranno poi essere «pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali».
Si attende anche l’avvio degli attesi competence center, poli costituiti da università di eccellenza e imprese che si dovranno occupare dell’orientamento e della formazione delle imprese (in particolare pmi) e dell’attuazione di progetti di innovazione, trasferimento tecnologico, ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Il ministero dello sviluppo ha appena pubblicato sul suo sito il bando per la presentazione di progetti per la costituzione di Centri di competenza. Entro l’estate il Mise sceglierà i poli – non più di 6-8 – che potranno beneficiare dei 40 milioni messi a disposizione dal Governo.
Macchine avanti tutta.

 a cura di Monica Mandico
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