La staffetta tra gli avvocati


images.jpgNei giorni scorsi sono venuti a mancare prematuramente due avvocati di Napoli, Sebastiano Fusco e Angelo Peluso. Molti colleghi li hanno ricordati sui social, soprattutto chi ha condiviso con loro momenti di vita e di lavoro. Personalmente li conoscevo solo di vista, quali abituali frequentatori della Camera Penale, quindi piuttosto che commemorarli senza titolo, ho preferito riflettere su un fenomeno che si manifesta in tutti gli ambienti di lavoro ma che nell’ambito forense è particolarmente sentito: la staffetta generazionale. Quando avvocati più anziani di te passano a miglior vita, ti senti proiettato nella “prima linea di combattimento”. Lo scrittore Erich Maria Remarque, autore di “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, descrisse l’avvicendarsi nelle trincee della prima guerra mondiale tra generazioni di soldati.law-1063249_960_720 Questo diventare “soldati di prima linea” io non lo avverto ancora, perché non ho avuto maestri nella professione: ho imparato tutto da solo, nel bene e nel male. Ho avuto, piuttosto, un modello di riferimento: un penalista che conobbi il giorno in cui mi iscrissi al registro dei praticanti procuratori legali, all’indomani della caduta del Muro di Berlino. Quel giorno mi invitò ad andare nel suo studio, ma preferii seguire altre strade. Solo molti anni dopo iniziai a frequentare il settore penale del tribunale, nel frattempo trasferito al Centro Direzionale. Quel penalista è ancora tra noi, fortunatamente, sebbene malandato. Quando, da qui a molti anni, passerà a miglior vita, raccoglieremo il suo testimone e tramanderemo non solo una professione ma anche uno stile di vita.

a cura di Agostino La Rana

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