A partire dal 25 giugno entrerà finalmente in vigore il nuovo Decreto Legislativo n. 54/2018, recante “Disposizioni per disciplinare il regime delle incompatibilità degli amministratori giudiziari, dei loro coadiutori, dei curatori fallimentari e degli altri organi delle procedure concorsuali” in attuazione dell’articolo 33, commi 2 e 3, della legge 17 ottobre 2017, n. 161, cd. codice antimafia.
In particolare, con il Decreto de quo si vuole porre un freno alle nomine ad amici e parenti nell’ambito degli incarichi affidati nel corso delle procedure concorsuali. La predetta normativa prevede, infatti, un’incompatibilità delle figure di curatori ed amministratori per rapporti di parentela, affinità, convivenza e, comunque, assidua frequentazione con magistrati addetti all’Ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l’incarico.
Nello specifico, l’art. 1 del predetto Decreto stabilisce che “Non possono assumere l’ufficio di amministratore giudiziario, ne’ quello di suo coadiutore, coloro i quali sono legati da rapporto di coniugio, unione civile o convivenza di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, parentela entro il terzo grado o affinità entro il secondo grado con magistrati addetti all’ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l’incarico, nonché coloro i quali hanno con tali magistrati un rapporto di assidua frequentazione. Si intende per frequentazione assidua quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra commensali abituali”.
Inoltre, viene affidata al Presidente della Corte d’appello la vigilanza sulle nomine ai predetti incarichi, conferiti a soggetti che abbiano con i magistrati del distretto giudiziario, in cui ha sede l’ufficio titolare del procedimento, rapporti di parentela, affinità, coniugio o frequentazione assidua. In sintesi, si tratta di un intervento legislativo che va soprattutto nell’ottica di un più corretto ed equo affidamento degli incarichi nelle procedure concorsuali.
a cura di Armando Rossi