L’ascensore della Giustizia


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Tribunale di Napoli, ascensore al 15 piano, entro e vi trovo alcune persone tra le quali due donne: la prima, una fantesca che si atteggia a soubrette tutta in bianco e ricce le chiome bionde all’aria, la seconda una madre di famiglia composta. Entrambe giovani. Due piani dopo entra un usciere con carrello.

La bionda: “Questo ascensore si ferma troppo spesso”. Successiva fermata, la bionda che ha continuato a blaterare con una smorfia, che denota profondo disgusto, decide di uscire perché l’ascensore è affollato e si ferma a tutti i piani. Escono ed io chiedo se c’è qualcuno che sappia chi siano. Un impiegato che conosco di vista mi dice: “avvoca’ una è un pubblico ministero ed un’altra un magistrato civile”, mi fa i nomi ma non ricordo.

Mi indigno! La bionda ha scambiato i compagni di ascensore per bestie e ha fatto chiaramente intendere che lei non avrebbe viaggiato in un serraglio. Come siamo caduti in basso: la protervia, l’arroganza e il cattivo gusto non hanno fine e dire che costoro amministrano la Giustizia in nome del Popolo Italiano che a loro provoca disgusto!

Com’è vero che non bastano una laurea ed un concorso ad etichettare qualcuno come essere civile, purtroppo spesso laurea e concorso servono solo a mostrare quanto la Società sia caduta in basso e quanta ignoranza ci sia in giro.

Francesco Russo

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