
Il conducente è sotto accusa per l’episodio verificatosi durante il lavoro. A lui viene contestato di avere fermato all’improvviso il veicolo e di avere aggredito l’unica passeggera a bordo, una ragazza di 17 anni. Per i Giudici è evidente la gravità dell’episodio e, soprattutto, è lapalissiano che l’uomo non sia in grado di contenere le proprie pulsioni sessuali: legittima perciò la decisione di costringerlo agli arresti domiciliari.
Sotto accusa per violenza sessuale: un uomo – conducente di autobus – rischia una condanna per avere molestato una ragazza di 17 anni, che era presente sul mezzo di trasporto in qualità di passeggera. Proprio i dettagli dell’episodio rendono evidente, secondo i Giudici, l’incapacità dell’uomo di contenere le proprie pulsioni sessuali. E ciò rende legittima l’applicazione degli arresti domiciliari (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 51498/18, depositata il 14.11.2018).
Pulsioni.Linea di pensiero comune per il GIP e per il Tribunale: non può essere messa in discussione la misura degli «arresti domiciliari» applicata nei confronti di un uomo sotto accusa per «una violenza sessuale in danno di una ragazza di 17 anni». Per i Giudici è evidente, innanzitutto, la gravità dell’episodio, verificatosi quando il conducente ha fermato improvvisamente l’autobus per aggredire la ragazza, che era l’unica passeggera ancora a bordo. E, allo stesso tempo, è concreto il pericolo che l’uomo reiteri determinate condotte. Su quest’ultimo punto, in particolare, anche i Giudici della Cassazione considerano lapalissiano il fatto che la persona sotto accusa «non sia in grado di contenere le proprie pulsioni sessuali». Come si spiega questa valutazione? Secondo i magistrati è sufficiente esaminare l’episodio incriminato: nello specifico, difatti, è emerso che «l’uomo, abusando della sua qualità di autista di autobus, ha approfittato dell’assenza di persone sul mezzo da lui condotto per effettuare una sosta non prevista e molestare la ragazza, prima con avances, poi passando alle vie di fatto, cercando di baciarla, toccandole i seni e le gambe sino all’inguine». Nessun dubbio, quindi, che l’unico modo per evitare «il pericolo di recidivanza» sia applicare all’uomo la misura degli arresti domiciliari.