Scontro tra due donne: una si rivolge con rabbia verso l’altra e pronuncia la frase “Ti faccio vedere io”. Quelle parole non sono sufficienti però per una condanna, perché, secondo i Giudici, sono prive di qualsiasi valenza minatoria.
Scontro verbale e fisico tra due donne. Volano parole grosse, e anche una velata minaccia: “Ti faccio vedere io”, dice l’una all’altra. Ma quella frase non basta per arrivare a una condanna (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 53228/18, depositata il 27.11.2018).
Centrali nell’episodio posto all’attenzione dei Giudici sono soprattutto alcune parole che hanno caratterizzato lo scontro tra le due donne.
Per il GdP, la frase incriminata – cioè “Ti faccio vedere io” – è catalogabile come minaccia in piena regola, e quindi sufficiente per una condanna. Di parere opposto, invece, i Giudici della Cassazione, che applicano un’ottica più moderna e ritengono che le parole su cui si poggia l’ipotetica accusa di «minaccia» sono in realtà «prive di qualsiasi valenza minatoria, neanche larvata».
Per i Magistrati del Palazzaccio la frase “Ti faccio vedere io” è «una espressione generica, non evocativa di un male ingiusto per la destinataria», e molto meno grave di quella indicata in origine nel capo d’imputazione, ossia “Stai attenta a dove vai e cosa fai”.