Respinta la richiesta risarcitoria presentata dalla vittima del capitombolo. Per i Giudici, difatti, la disavventura è stata provocata da un suo comportamento imprudente. A questo proposito, viene evidenziata che la buca era visibile grazie alla illuminazione proveniente dalle vetrine dei negozi. E comunque la vittima aveva già attraversato poco prima la piazza, e quindi era consapevole delle condizioni della pavimentazione, fatta di sampietrini (Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza n. 31239/2018, depositata il 4.12.2018).
Brutto capitombolo per una signora, tradita da una buca nel centro di Roma. Sotto accusa il Comune, che, però, si salva grazie anche all’illuminazione fornita dalle vetrine dei negozi presenti nella piazza che ha fatto da scenario alla caduta.
Respinta definitivamente, quindi, la domanda risarcitoria avanzata dalla donna nei confronti di Roma Capitale (Cassazione, sentenza n. 31239, sez. III Civile, depositata oggi).
La vicenda giudiziaria ha origine nel febbraio del 2006, quando una donna finisce a terra in una piazza della Capitale. A suo dire, la caduta, avvenuta nel centro della città, è dovuta alle condizioni del «manto stradale sconnesso» e caratterizzato da un «avvallamento del suolo» e alla «scarsa illuminazione». Consequenziale è la richiesta di risarcimento avanzata nei confronti del Comune, a cui la donna addebita la responsabilità per la disavventura da lei vissuta.
Tale visione viene però ritenuta poco plausibile dai giudici di merito che, prima in Tribunale e poi in Corte d’Appello, spiegano che la caduta si è verificata «per il comportamento distratto e incauto» della donna.
In particolare, i giudici evidenziano che «la buca era un avvallamento della pavimentazione» – fatta di sampietrini – e che «l’illuminazione proveniente dalle vetrine dei negozi la rendeva visibile». E poi viene aggiunto un ulteriore dettaglio: è emerso che la donna, poco prima della caduta, «aveva già attraversato la piazza teatro dell’incidente» e quindi, secondo i giudici, «avrebbe potuto e dovuto, con l’uso di maggiore diligenza, avvedersi della irregolarità della pavimentazione».
Inutile si rivela il ricorso proposto dal legale della donna in Cassazione. Anche i Giudici del Palazzaccio, difatti, escludono ogni ipotetica «responsabilità» del Comune per la caduta.
E proprio lo scenario in cui si è verificato il capitombolo della signora è decisivo per respingere la richiesta di risarcimento avanzata nei confronti di Roma Capitale.
Più precisamente, i giudici della Cassazione osservano che «il tipo di pavimentazione della piazza e la sua irregolarità» sono elementi presi in considerazione ma non sufficienti per parlare di «situazione di pericolo occulto». A questo proposito, viene evidenziato che «la buca era un avvallamento della pavimentazione; la piazza era illuminata attraverso le vetrine dei negozi; la donna aveva già effettuato l’attraversamento della piazza e quindi era consapevole che la pavimentazione era fatta con i sampietrini».