Bologna. È di pochi giorni fa l’ennesima notizia di una donna ammazzata dal proprio compagno. Il corpo di Atika Gharib, 32 anni, è stato trovato bruciato martedì 3 settembre in un casolare abbandonato nei pressi di Castello d’argine (Bologna). Accusato dell’omicidio, il compagno della donna M’hamed Chameck, 42enne, uomo possessivo e geloso che, a dire dei familiari della vittima, non consentiva ad Atika neanche di parlare con le sorelle ed era convinto che lei lo tradisse: la donna infatti era stata precedentemente sposata e madre di due bambine e ciò per l’uomo costituiva un “precedente”. Folle di rabbia nella propria furiosa bramosia distorta ha affermato che Atika non conoscesse il vero significato della parola amore “quella vita che volevo fare con lei qui la faremo in paradiso!” – ha affermato con parole incredibili alle sorelle della vittima, frasi poi trascritte dai Carabinieri.

Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, M’hamed Chameck avrebbe portato la vittima all’interno del casolare e l’avrebbe uccisa e poi bruciata. All’interno è stata rinvenuta anche una tanica di liquido infiammabile. Abituale consumatore di alcolici, M’hamed era ossessionato da Atika e dai presunti tradimenti che ella avrebbe consumato ai suoi danni, le controllava spesso il telefono e verificava i suoi spostamenti. Le sorelle raccontano che Akita aveva detto loro che una volta il compagno l’aveva minacciata con un coltello alla gola e aveva cercato di soffocarla con un cuscino, oltre ad avere spesso un atteggiamento verbale e fisico violento ed aggressivo.
a cura di Oscar