
Il prossimo venerdì 27 settembre si celebra il “Fridays for Future – Venerdì per il futuro”, l’evento organizzato dal movimento globale nato dall’attivista Greta Thunberg per tenere alta l’attenzione sulla crisi climatica che mette a rischio il nostro pianeta. Molte le polemiche che la giovane Greta ha mosso, dividendo il mondo in due tra quelli che la “inneggiano” e quelli che la “demonizzano”. Al di là di Greta però il problema emergenza climatica resta ed è gravissimo, va affrontato e risolto: “La lotta contro i cambiamenti climatici è una questione di vita o di morte: non agire sarebbe un suicidio”(così Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, Dicembre 2018). Come afferma l’ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), la priorità degli Stati, ad oggi, è contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5 °C rispetto all’era pre-industriale. Per farlo, è necessario diminuire della metà le emissioni globali di CO2 entro il 2030, e azzerarle entro il 2050. Un’impresa di portata mastodontica. Se questo processo non si ferma, le conseguenze saranno disastrose.

La situazione attuale è davvero preoccupante: pensiamo alla scomparsa della barriera corallina o allo scioglimento dei ghiacciai. Per non parlare poi dei gravi rischi per la salute e l’alimentazione con conseguente aumento dei “migranti ambientali” costretti ad abbandonare la propria terra a causa dei disastri ambientali. Occorre sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica e gettare le basi per una consapevolezza differente. Il consumismo sfrenato che ha caratterizzato l’era industriale deve essere fermato con logiche economiche differenti ed ecosostenibili.
Fondamentale da questo punto di vista sarebbe rispettare gli impegni assunti nel 2015 con l’Accordo di Parigi sul clima: “Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta”. Richiede pertanto “la massima cooperazione di tutti i paesi” con l’obiettivo di “accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra”. In tal senso, la comunità internazionale si dichiarò d’accordo sulla necessità di limitare l’aumento della temperatura globale ad un massimo di 2°C rispetto al periodo pre-industriale e di perseguire i massimi sforzi per limitare l’aumento a 1,5°C. Solo mezzo grado in più rispetto alla situazione attuale.

“È tempo di essere seri. Viviamo un cataclisma planetario. Riscaldamento climatico, diminuzione drastica degli spazi vitali, crollo delle biodiversità, profondo inquinamento dei suoli, dell’acqua e dell’aria, rapida deforestazione: tutti gli indicatori sono allarmanti. Al ritmo attuale, entro qualche decennio, non resterà quasi più niente. Gli esseri umani e la maggior parte delle specie viventi sono in una situazione critica. Non è troppo tardi per evitare il peggio.” viene denunciato nell’Appello pubblico di scienziati e uomini di cultura – Le Monde, Agosto 2018. Dagli studi effettuati, risulta che solo durante l’anno scorso il clima nel nostro paese si è surriscaldato molto velocemente. Occorre un’azione strategica di Governo: i primi giorni del mese di gennaio il Governo italiano ha inviato a Bruxelles la Proposta di Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima, con il quale si indica come obiettivo primario l’impiego di gas metano, un idrocarburo di origine fossile, che se da un lato garantirebbe a sostituzione dell’energia prodotta dalle centrali a carbone, dall’altra genererebbe la crescita delle centrali per l’energia rinnovabile elettrica (ma di certo male minore). Un primo inizio senza dubbio, anche se le azioni devono essere continue e massicce.
a cura di Oscar