Giudizio di “prevenzione” in rapporto con la sentenza assolutoria irrevocabile


Il giudice della prevenzione, ai fini della formulazione del giudizio di pericolosità legittimante l’adozione delle misure di prevenzione, può trarre autonome valutazioni dai procedimenti penali, elementi di prova e/o elementi indiziari, indipendentemente dalle statuizioni terminali in ordine all’accertamento della responsabilità dell’imputato. Pertanto, una sentenza di assoluzione, quand’anche irrevocabile, non comporta l’automatica esclusione della pericolosità sociale del proposto; in tal caso, tuttavia, il giudice della prevenzione dovrà offrire una motivazione rafforzata attraverso una disamina approfondita degli elementi probatori, aliunde acquisiti e diversamente apprezzati (Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 49153/2019, depositata il 3.12.2019).

La Corte d’Appello di Napoli, con decreto del 15 gennaio 2019, confermava il provvedimento emesso dal Tribunale con cui veniva disposta la confisca di tre cespiti immobiliari, giacenti nella titolarità di due soggetti riconducibili ad un terzo individuo, condannato nel 1999 per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso e, per l’effetto, anche sottoposto a misura di prevenzione personale dopo la scarcerazione. Avverso tale provvedimento ricorrono per Cassazione i terzi interessati, lamentando, tra i motivi di doglianza, l’insufficienza della motivazione nella parte in cui è asserita l’attualità degli indici sintomatici della pericolosità sociale del condannato, senza tener conto dell’evidente frattura temporale intercorrente dai fatti di reato posti a fondamento del giudizio e la fase acquisitiva dei beni oggetto di confisca.

Le censure sollevate dai ricorrenti colgono nel segno: i Giudici della Quinta Sezione della Corte di Cassazione accolgono il ricorso, individuando lacune argomentativo nel provvedimento oggetto di gravame. In via più precipua, il Collegio Decidente, in applicazione dei principi nel tempo enucleati in materia, osserva che la Corte d’Appello di Napoli non ha, nel caso di specie, fornito una motivazione rafforzata rispetto all’autonoma valutazione di elementi sintomatici della pericolosità sociale sebbene connessi ad un giudizio assolutorio. Invero, nella sentenza in commento, viene ribadito il principio a tenore del quale il giudice della prevenzione, ai fini della formulazione del giudizio di pericolosità legittimante l’adozione delle misure di prevenzione, può trarre autonome valutazioni dai procedimenti penali elementi di prova e/o elementi indiziari, indipendentemente dalle statuizioni terminali in ordine all’accertamento della responsabilità dell’imputato. Pertanto, una sentenza di assoluzione, quand’anche irrevocabile, non comporta l’automatica esclusione della pericolosità sociale del proposto; in tal caso, tuttavia, il giudice della prevenzione dovrà offrire una motivazione rafforzata attraverso una disamina approfondita degli elementi probatori, aliunde acquisiti e diversamente apprezzati.

a cura di Alessandro Gargiulo

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