L’inaugurazione dell’Anno giudiziario ha registrato il dissenso di tutti gli Avvocati d’Italia. Proteste e rappresentazioni di diniego per quella che – agli occhi della categoria, appare come la più sciagurata delle riforme che investono il sistema giudiziario penale -, sono impazzate da Nord a Sud. Le Camere Penali di ogni Foro, affiancate dai Consigli degli Ordini Territoriali e dalle Associazioni Forensi sono insorte – con determinazione e forza -, ribadendo la presa di posizione assunta nell’ultimo anno di accese battaglie proprio in merito agli ultimi interventi legislativi, prima fra tutti quello che ha abolito la prescrizione del reato dopo il primo grado di giudizio.

In tal senso, la richiesta avanzata dall’Unione delle Camere Penali d’Italia – rappresentate dall’instancabile Avv. Gian Domenico Caiazza che esprime il più vivo apprezzamento per tali coraggiose prese di posizione assunte da tutte le Camere Penali d’Italia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario -, coadiuvate dalle massime rappresentanze forensi e da ampia e autorevole parte dei vertici della Magistratura italiana: il Governo deve prendere atto del dissenso dell’Avvocatura italiana e abrogare “quella sciagurata riforma della prescrizione“.

Ed in effetti “considerato che le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario 2020, sia quella celebrata avanti la Corte di Cassazione, sia quelle celebrate avanti le Corti di Appello italiane, hanno tutte affrontate con grande rilievo, come era d’altronde prevedibile, i temi connessi alla recente riforma abrogativa della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, entrata in vigore il 1^ gennaio 2020, nel quadro di un più ampio bilancio della amministrazione della giustizia penale nell’anno trascorso“, attualmente si è di fronte ad un chiaro ed evidente segnale politico lanciato alle istituzioni ed alla pubblica opinione che non può essere non considerato. L’abrogazione della “sciagurata riforma” della prescrizione, nel rispetto del principio della ragionevole durata del processo, dettato dall’art. 111 della Costituzione, è a questo punto un atto dovuto.
Redazione