Lettera del Sig. G., detenuto del Carcere di Poggioreale (NAPOLI)
“… L’imputato non è considerato colpevole fino alla condanna. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità devono tendere alla rieducazione del condannato…” (Art. 27 Costituzione)
Questo documento, autentico ed originale – trasmesso alla nostra redazione dall’avv. Federico Iossa del Foro di Napoli – relativo a ciò che è avvenuto l’8 marzo scorso nel carcere di Poggioreale (Napoli), dove è scoppiata una rivolta da parte dei detenuti a seguito dell’emanazione del provvedimento che impediva i colloqui con i familiari, a causa dell’emergenza CoronaVirus, deve far riflettere e tramutarsi in una presa di coscienza da parte delle Autorità, delle Istituzioni ed anche dei cittadini, sullo stato attuale del sistema carcerario italiano.

“Sovraffollamento, Tribunali saturi, lamentale tra i vari gestori della Giustizia, come avvocati, magistrati, cancellerie che non sanno come gestire l’immane mole di carte e fascicoli…“, così scrive nel corpo della lettera il sig. G. Una denuncia lucida, consapevole e chiara di chi non vuole benefici, ma chiede semplicemente Giustizia! I detenuti sono considerati gli scarti, i reietti della società, numeri ingombranti e fastidiosi. In nome di una Giustizia che assume sempre più i contorni di un apparato burocratico freddo e inefficiente, e sempre meno umano!
Pubblichiamo il testo della lettera
Redazione