La protesta, venerdì 29 maggio, h.10.30 innanzi ai Tribunali di Napoli, Napoli Nord e Torre Annunziata per la consegna ai Presidenti del Consiglio dei rispettivi Ordini della propria toga.
Revoca Flash mob del 29 maggio 2020
Il flash mob di protesta di oggi, 29 maggio aveva una finalità ben precisa: rappresentare pubblicamente il malessere dell’avvocatura, principale vittima sacrificale della perdurante paralisi della Giustizia.
La simbolica consegna delle toghe nelle mani del Presidente dell’Ordine avrebbe dovuto rappresentare l’estremo sacrificio degli avvocati, che depongono il proprio strumento di lavoro, diventato un inutile orpello, privo di significato.
Siccome, però, non viviamo fuori dal mondo e non siamo – né vogliamo essere – sterili contestatori a prescindere, dobbiamo necessariamente prendere atto delle dichiarazioni che, appena un’ora fa, la Presidente Garzo ha rilasciato, nel corso del webinar, alla presenza proprio dell’Avvocato Tafuri, che avrebbe dovuto ricevere le nostre toghe.
La battaglia del gruppo Sostituzioni Coronavirus ha raggiunto un risultato importante: il Presidente del Tribunale ha, infatti, valutato le nostre proposte, consegnategli sin da martedì scorso, e le ha trovate non solo ragionevoli, ma, soprattutto, assolutamente compatibili con l’attuale situazione sanitaria.
Per questi motivi, ha anticipato la predisposizione delle nuove Linee Guida, che saranno ufficialmente pubblicate nei prossimi giorni e che prevedono sostanziali modifiche di quelle attualmente in vigore (maggior numero di udienze, aumento del personale amministrativo fisicamente presente in Tribunale, smaltimento dell’arretrato).
Insomma, sia pure lentamente, si torna a quella normalità che tanto ci manca.
A questo punto, insistere nella protesta – ancorché, ovviamente, pacifica e simbolica – rischiava di ingenerare equivoci e fraintendimenti, nonché di disconoscere la disponibilità della Presidenza del Tribunale.
Per questo, riteniamo opportuno REVOCARE IL FLASH MOB DI oggi, 29 MAGGIO.
Ovviamente, l’appuntamento è soltanto rimandato: siamo pronti, infatti, a protestare nuovamente, e con lo stesso vigore, laddove le nostre aspettative di rientrare in Tribunale e riprendere a lavorare dovessero essere tradite e disattese.
Riteniamo, tuttavia, che, in questo momento, sia necessario dare un segnale di maturità e di fiducia.
Tuttavia, state tranquilli: non molliamo di un millimetro e continueremo a vigilare affinché le belle parole e le promesse di stasera si traducano, presto, in fatti concreti.
A noi solo questo interessa: tutto il resto, sinceramente, preferiamo lasciarlo agli altri.

“Se la Giustizia non riprende deponiamo l’ultima arma: la toga” è il nuovo slogan degli avvocati campani. La consegna della toga ai Presidenti dei Consigli degli Ordini degli Avvocati di Napoli, Napoli Nord e Torre Annunziata, provocazione di un gruppo di avvocati penalisti tra Napoli, Aversa e Torre Annunziata, focalizza la protesta contro i provvedimenti e le linee guida adottati durante la cd. Fase 2 all’interno dei Tribunali. La sospensione dalle attività lavorative, a causa del lockdown imposto dal Governo per l’emergenza epidemiologica da Covid -19 che ha coinvolto l’intero paese, ha compromesso seriamente la capacità di resistenza professionale ed economica dell’intera categoria forense, in particolar modo degli avvocati più giovani.
“Per affrontare l’emergenza sanitaria e contenerne gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria, anche – e soprattutto – nella c.d. fase 2, durante la quale il rischio di una recrudescenza dell’epidemia appare meno probabile, è necessaria una complessiva riorganizzazione funzionale, certamente rispettosa delle indicazioni sanitarie epidemiologiche generali idonee a garantire la tutela della salute di tutti ma che, nel contempo, consenta una adeguata riprogrammazione delle attività da svolgere“: l’appello degli avvocati campani è rivolto al Ministero di Giustizia, all’autorità sanitaria Regionale, ai capi degli Uffici Giudiziari, per l’adozione di una disciplina organica – in ossequio alle previsioni sanitarie richieste – che garantisca la reale ed effettiva ripresa dell’attività giudiziaria.
L’iniziativa, nata sui social attraverso la costituzione di un gruppo Facebook “Sostituzionipenali Coronavirus – Gruppo di mutuo soccorso per sostituzioni”, fondato da alcuni giovani penalisti napoletani, in breve tempo ha raccolto l’adesione di altrettanti colleghi della regione: i legali chiedono un maggiore sforzo organizzativo che dia risposte immediate, concrete e fattibili.

Secondo i promotori del Flash mob, il provvedimento del Presidente del Tribunale di Napoli del 09 maggio limita di fatto l’attività giudiziaria, duplicando il modello organizzativo già adottato durante il regime di sospensione straordinaria dei termini processuali (dal 09 marzo all’11 maggio); le misure adottate si sono rilevate carenti dal punto di vista organizzativo, poiché non sono state in grado di individuare i procedimenti che sarebbero stati effettivamente celebrati e quelli destinati, invece, ad essere differiti così come – al contrario – era stato esplicitamente previsto nei modelli adottati da altri Tribunali.
Secondo i promotori, inoltre, i limiti stabiliti dal Presidente del Tribunale – massimo tre procedimenti per ogni udienza collegiale e cinque per ogni udienza monocratica – si sono rivelati insufficienti, rispetto alla effettiva portata numerica del contenzioso giudiziario penale del Tribunale. La situazione poi è aggravata dal ritardo con il quale vengono comunicate le date di rinvio, sia dei procedimenti previsti nel periodo di sospensione che di quelli già fissati entro il mese di maggio, un modello che non può essere adottato anche per i prossimi due mesi.
L’idea dei promotori del Flash mob di domani è quella di adottare un nuovo protocollo operante dal 01.06.2020 al 31.07.2020: “Gli avvocati, in questi mesi, non hanno mai fatto mancare il loro contributo di proposte concrete e sono pronti a protestare nuovamente, come già avvenuto in occasione della battaglia contro il c.d. processo da remoto, affinché si consenta loro di tornare ad esercitare la professione, senza dover sopportare altri ostacoli e altre difficoltà, che si uniscono a quelli che già, endemicamente, caratterizzano lo stato della Giustizia in Italia e nel nostro distretto in particolare.”
Redazione