di Marcello Lala

Siamo al tutti contro tutti. Al caos totale nel mondo della giustizia in generale e della magistratura in particolare.
Oggi ci sono due notizie molto particolari. La prima è la designazione a Procuratore capo della Repubblica a Perugia di Raffaele Cantone. Nulla di male se non fosse che la notizia è contornata dal fatto che il CSM è uscito spaccato su questa nomina ed in particolare con i voti contrari di Nino Di Matteo e Piercamillo D’Avigo.
La seconda è l’assoluzione sempre da parte del CSM di John Woodcock per le irregolarità della inchiesta Consip – per capirci – le indagini sul noto imprenditore Alfredo Romeo.
Tutto questo dopo che l’ultimo mese è stato un susseguirsi di indiscrezioni, inchieste, guerre all’ultimo sangue tra magistrati ed organi dello Stato che forse mai si erano viste dal dopoguerra ad oggi.
Ora la domanda sorge spontanea avrebbe detto un noto personaggio del film così parlò Bellavista: ” Chi deve porre un argine a tutto questo?”
Il Presidente della Repubblica dice che non può, il Ministro non ne ha l’autorità. Chi dunque?
Noi crediamo che debba essere la politica.
Ma una politica che dovrebbe essere autorevole e consapevole della propria autorevolezza ed ovviamente il Parlamento, legiferando riforme atte a rendere efficiente ed equilibrato – perché di questo si tratta – questo sistema malato.
Il Ministro della Giustizia non sembra all’altezza di questo e già una volta è stato salvato da una sfiducia che sembrava scontata da un Parlamento sotto pressione anche per le note vicende sanitarie che ci hanno colpito e che continuano a colpirci ahimè.
Ma la Giustizia italiana non può più andare avanti così con i suoi squilibri tra poteri, con le sue guerre di potere e scendendo ai livelli più bassi ma non secondari, anzi, con le sue inefficienze che stanno rendendo questo paese un paese dalla giustizia negata e mortificata.
Intervenga la politica ed intervenga subito anche se qualcuno deve intestarsi la battaglia lo faccia per il bene dell’ Italia e degli italiani.
Marcello Lala